Tra cali di costruzione e aumento dei prezzi: la situazione dell’edilizia industriale e residenziale nell’ultimo decennio.

Considerevole calo dell’edilizia residenziale reggiana negli ultimi dieci anni. Più costante nel tempo quella industriale, che dal 2013 al 2018 ha occupato una nuova superficie di 484.000 metri quadrati adibiti ad aree produttive. Parma, Modena e Bologna ancor più “costruite”.

L’edilizia industriale regge il colpo

Nella nostra provincia l’edilizia industriale ha retto meglio di quella residenziale. Qualche numero per comprendere la situazione: tra il 2013 e il 2018 sono stati costruiti 604 nuovi fabbricati a uso produttivo o commerciale, distribuiti su di una superficie complessiva di 484.000 metri quadrati. 

Se si guarda al solo comune di Reggio Emilia, invece, i numeri calano: il sistema produttivo occupa solo il 5% del territorio, il che significa 1.158 ettari di terreno utilizzati a scopi commerciali. Nel complesso, si parla di 1.500 edifici aventi una superficie media di 4.000 metri quadrati circa. 

Dei 1.158 ettari, 400 si concentrano esclusivamente nelle cinque maggiori aree produttive reggiane (quelle specializzate), vale a dire la zona industriale di Mancasale, il Villaggio Crostolo, la zona Annonaria, Corte Tegge e lo spazio che si estende tra Gavassa e Prato. I restanti occupano invece insediamenti di piccole aziende, aree polifunzionali e microzone produttive, stanziate soprattutto lungo la via Emilia – direzione Parma – o fuori dai contesti urbani.

Il confronto tra Reggio Emilia e le province vicine

Il quadro industriale regionale vede Bologna e Modena in cima alla categoria riguardante le nuove costruzioni, seguite da Parma, Piacenza e infine Reggio Emilia. Tuttavia, la forza economica della nostra provincia rimane comunque tra le maggiori di tutta l’Emilia-Romagna. 

Ultimo fattore da sottolineare, quello riguardante gli incentivi comunali: infatti, le aree produttive (con particolare riferimento a quelle specializzate sopracitate) sono tutt’altro che immobili nel tempo. 

Basti pensare all’esempio di Mancasale, che in tre anni ha visto più di un quinto delle aziende lì presenti sfruttare gli incentivi per riqualificare o ampliare il vecchio stabilimento.

Edilizia residenziale: aumentano i costi

Sul fronte residenziale, la scarsa disponibilità di nuovi immobili negli ultimi dieci anni ha scatenato un fenomeno purtroppo prevedibile: l’aumento dei prezzi delle case, sia di vendita sia di affitto.

Secondo una ricerca di Immobiliare.it – che ha tenuto conto dei dati relativi al solo 2020 – il problema in questione riguarda soprattutto Modena (i cui costi di vendita raggiungono il picco del +6,7%) e Rimini (dove i costi di affitto sono saliti dell’11,8%). Nell’anno del Covid, in Emilia-Romagna il prezzo delle abitazioni in vendita è cresciuto in media del 3%.

Significativo anche l’aumento del costo per le locazioni, dove la media regionale tocca l’8,2% in più. Come detto, la classifica viene dominata in vetta da Rimini, seguito in coda da Reggio Emilia, che presenta un aumento dei costi di affitto del 9,3%. 

Analizzando qualche dato, riscontriamo che per acquistare una casa in Emilia sono necessari in media 1.940 euro al metro quadro; per affittarla, invece, ne “bastano” 10. Sicuramente la crisi economica data dalla pandemia ha ingigantito il problema, ma un altro fattore appare quanto mai fondamentale: si è costruito meno, e di conseguenza quel poco viene pagato di più.

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