Centro Storico – Palazzo ”Franceschi-Scaruffi-Corradi” (Rif.RV3991)
Palazzo di interesse storico architettonico annoverato tra le più importanti dimore storiche della città di Reggio Emilia, posto nel pieno centro e con accesso principale dalla via Emilia.
L’immobile ha una superficie complessiva di 2.122 mq oltre ad un giardino privato piantumato di 1.020 mq, frutto dell’aggregazione di parte dello storico convento di San Tommaso, e 115 mq di cortile pavimentato.
Il giardino privato è una delle caratteristiche distintive, un’oasi di relax e pace che fa dimenticare di essere nel pieno centro storico cittadino.
La proprietà comprende diverse unità abitative, locali di servizio e locali commerciali posti su differenti 5 livelli dal piano interrato al piano quarto sottotetto e vi si accede da maestoso ingresso con preziosi soffitti a cassettoni di origine rinascimentale e doppio atrio e vano scala.
Al piano interrato si trovano le cantine della proprietà di 58 mq complessivi circa, mentre al piano terra di oltre 700 mq sono presenti diversi ambienti suddivisi nello specifico in due spazi commerciali (un negozio attualmente locato), 4 autorimesse, un laboratorio, un deposito, 2 magazzini ed infine un ufficio di 77 mq ed un unità residenziale di 48 mq.
Salendo al primo piano, che si estende su una superficie di 510 mq, si trovano 4 diverse unità immobiliari suddivise in un ufficio attualmente locato, un locale deposito/magazzino ed un’unità residenziale anch’essa attualmente locata.
Salendo ulteriormente si raggiunge il piano nobile del palazzo che ospita l’appartamento signorile di oltre 350 mq in ottimo stato di manutenzione arricchito da numerosi affreschi, pavimenti di pregio e particolari che ne ricordano l’importanza storica sempre a questo piano sono presenti un secondo appartamento di 54 mq in passato riservato al personale di servizio ed un’ulteriore unità residenziale di 52 mq. A questo piano è possibile unire tutte le unità per realizzare una residenza acora più importante che si sviluppi su tutto il perimetro dell’immobile principale.
Il terzo piano ospita due ulteriori unità residenziali, anch’esse di pregio con affreschi e decori originali, rispettivamente di 222 e 176 mq.
Infine al piano quarto sottotetto, è presente un grande ambiente open space di 212 mq attualmente adibito a soffitta e locali ripostiglio dove è possibile, grazie alle altezze dei soffitti, realizzare un ultimo piano residenziale con alloggi mansardati dagli ampi spazi.
Di seguito alcuni cenni storici che riguardano l’immobile tratti dal volume ”Dimore Storiche di Reggio Emilia”:
Agli inizi del XIX secolo tutto il lato settentrionale della strada Maestra di San Pietro compreso tra la via della Posta (via Santa Croce) ed il vicolo Lanzoni (via dell’Abadessa) era caratterizzato da edifici che “con portici di scarsa simmetria ed eleganza ed affatto irregolari rendevano strettissima questa strada principale sì che a stento si stavano del pari due carri”.
Questa situazione venne sanata, per volontà della comunità , nel corso degli anni compresi tra il 1817 ed il 1821, provvedendo ad una totale riduzione dei porticati, arretrando e rettificando l’andamento
delle facciate. Nel quadro di questa complessa opera di razionalizzazione e di bonifica urbana curata dall’”Architetto della Comunità ”
Domenico Marchelli (Graglio di Veddasca (VA) 1764, Reggio Emilia 1832), venne anche coinvolta la casa allora al numero 23, proprietà degli Scaruffi a partire almeno dal 1688 e dei Franceschi Scaruffi dal 1816.
Il palazzo completamente riadattato dal Marchelli nel 1817 è paradigmatico compendio del lessico stilistico di questo architetto. I sensi di moderato ma avvertibile decoro, di razionalità funzionale e di
solidità economica del committente ci vengono proposti dalla semplice lettura formale dell’edificio.
Nella struttura prevalgono l’essenzialità geometrica della forma e la severa scansione proporzionale dei volumi, con chiaro richiamo ai canoni classici e rinascimentali declinati attraverso rimandi al neoclassicismo francese, conosciuto nelle nostre terre per l’operare nella vicina Parma di Alexander Petitot.
La facciata produce “un effetto tranquillo, misurato e disteso, attraverso l’impiego di classici elementi architettonici che non ne alterano il prevalente carattere piano con forti sporgenze e vistosi contrasti chiaroscurali, e di un repertorio di decorazioni classicheggianti.”
Lo stesso bugnato liscio del paramento di pianterreno svolge la funzione di semplice espressione grafica determinata dal chiaroscuro delle connessure.
La ristrutturazione del Marchelli ha conservato soffitti cassettonati di impianto rinascimentale, rimasti riparati dalle plafonature ottocentesche ad eccezione di quello dell’andito di entrata restaurato negli anni 60 del secolo scorso. Un peduccio di volta, ancora osservabile sul lato destro del cortile, in cotto con angelo a bassorilievo è del tutto identico a quelli presenti nel chiostro del convento di Santa Maria delle Grazie e ci rimanda ad una fase edilizia della fi ne del XV secolo.
La Struttura Dispone Di
- Aspetto esterno: intonaco+faccia a vista
- Camino
- Cantina
- Giardino privato
- Giardino: 1135
- Impianto di riscaldamento gas metano autonomo
- Pavimenti zona giorno in marmo / granito
- Pavimenti zona notte in legno
- Piano I + R + 1 + 2 + 3 di 3
- Porte dell'epoca
- Serramenti esterni: scuri
- Stato stabile: discreto
- Telai: legno vetri singoli
- Termosifoni in ghisa